“La mia storia inizia quarant’anni fa, in un paese di provincia che si chiama San Chirico Raparo, incastonato tra le montagne e circondato dal verde, con le foreste, le querce secolari, le ginestre e il loro profumo. Un posto dell’anima per me, perché sono nato lì, nella casa dei miei nonni, e lì è nata anche l’azienda di famiglia, il maglificio, grazie al coraggio dei miei genitori che hanno saputo realizzare i propri sogni.
Sono cresciuto tra le rocche di filato e gli scampoli di tessuto, giocavo tra le macchine tessili e le stiratrici con i loro vapori. Il maglificio era la mia casa e con gli anni è diventata la mia passione. Col tempo questa passione è cresciuta, è diventata impegno e dedizione. Ancora oggi ho l’onere e l’onore di dirigere l’impresa di famiglia.
Negli anni l’azienda si è espansa, si è trasferita nel distretto manifatturiero pugliese di Cassano delle Murge, un paese del Sud Italia immerso nella natura e circondato dalla splendida Foresta di Mercadante. Le nostre collezioni sono migliorate molto, abbiamo esposto nelle fiere internazionali di Parigi e Dusseldorf e i nostri capi sono stati acquistati dai principali buyer europei. Per me è stato un periodo incredibilmente proficuo, ho avuto modo di viaggiare molto e di conoscere decine e decine di fornitori e clienti. In questo frangente ho avuto purtroppo modo di distinguere con chiarezza anche l’aspetto negativo del mondo della moda: l’inquinamento dell’industria tessile. Basti pensare ai materiali tossici usati nelle tintorie, agli sversamenti di coloranti nelle acque dei fiumi, alle migliaia di tonnellate di tessuti sintetici e di plastiche che indossiamo quotidianamente. Questa consapevolezza ha creato in me un fortissimo conflitto, esploso definitivamente con la nascita di mio figlio Jacopo.
Una gioia immensa, accompagnata da un sempre crescente senso di responsabilità e da un incessante interrogativo: cosa avrei potuto fare io per il suo futuro? In quel momento c’è stata la svolta, ho deciso di creare una maglieria differente, in grado di puntare sulla qualità e sul pregio del made in Italy e, allo stesso tempo, di rispettare la natura e l’ambiente e tutelare la salute dei lavoratori e dei consumatori.
Non lo avrei mai immaginato, ma cinque anni fa, insieme a mio figlio Jacopo, stava nascendo il progetto Fortunale.”